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Verso un diverso ordine internazionale: le nuove “triadi” in Europa e Asia

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E’ plausibile che dall’orrore dell’invasione russa dell’Ucraina possa sorgere un nuovo ordine internazionale. Quale sarà questo ordine internazionale è difficile da dire. Michael Beckley su Foreign Affairs fa notare che ordini stabili nascono come reazione all’orrore, come disgusto nei confronti del nemico e non intorno ai grandi appelli universali. Probabilmente ha ragione lui.

In fin dei conti, le Nazioni Unite nascono come reazione all’orrore nazi-fascista, la pace di Vienna come reazione alle guerre rivoluzionarie di Napoleone, e quella di Westfalia come reazione all’orrore delle guerre di religione. È possibile che anche in questo caso qualcosa del genere possa accadere con le democrazie che si convincono che non sarà la goccia dei liberi commerci a scalfire la roccia dell’autoritarismo. Serve altro.

Il congresso di Vienna

 

In questa fase che potremmo definire di transizione, un punto particolare merita attenzione, e cioè il modo in cui le relazioni tra i paesi ai due margini dell’Eurasia stanno prendendo forma. In Asia, Washington fino a ora ha dovuto impostare le relazioni con i Paesi alleati della regione secondo di un sistema “hub & spoke, relazioni bilaterali e quasi assenza di interazione diretta tra Giappone, Corea del Sud e Australia. Il motivo è presto detto, se i paesi della regione avessero dovuto impostare forme di cooperazione rafforzata tra di loro, c’era il rischio che il Giappone prendesse il sopravvento, cosa che non avrebbe fatto piacere a nessuno.

In Europa, la situazione era leggermente differente: l’integrazione europea aveva fatto superare i vecchi odi del passato, ma la paura dei tedeschi in armi rimaneva, di qui il fallimento della CED nel lontano 1954 e il nanismo della politica di difesa e sicurezza europea. Di qui il ruolo di supplenza della NATO, che però anche in questo caso risultava sbilanciato come in Asia. Con gli americani che facevano la parte del leone riluttante, da cui le costanti polemiche con gli alleati europei sulla questione del burden sharing e cioè sul fatto che i Paesi del vecchio continente in materie di sicurezza si comportano da free riders.

La crescente minaccia cinese e la mostruosa aggressione russa hanno prodotto un effetto miracoloso. Hanno fatto sì che in un solo colpo i fantasmi della Seconda guerra mondiale venissero sostituiti dalle minacce e dagli orrori del presente. Ecco allora che Germania e Giappone si riarmano e lo fanno mentre i Paesi delle due regioni, Europa e Asia orientale, applaudono. Ma c’è di più, questo riarmo delle due grandi potenze revisioniste del passato avviene all’interno di un quadro di cooperazione regionale, così il riarmo di uno non destabilizza l’equilibrio regionale, ma lo rafforza. Ovviamente questo vale soprattutto in Europa dove il processo di integrazione è più avanzato, ma sembra funzionare anche in Estremo Oriente.

Si formano così due triadi, quella europea che è fatta di Germania, Francia e Italia. Quella asiatica fatta di Giappone, Australia e Corea del Sud. Il che potrebbe produrre un enorme rafforzamento di quell’ordine liberal-democratico che Russia e Cina davano per spacciato. Quell’ordine ora non si regge più su un solo cardine, vale a dire quello americano, ma ce ne sono altri due, e cioè la triade europea e quella asiatica.

In conclusione, se le cose vanno come devono andare, allora Russia e Cina, alla fine di questo tornante della storia, si troveranno ad aver rafforzato in maniera stupefacente quell’ordine liberale che volevano abbattere.

 

 

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