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Il Brasile che cresce di notte

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Nel famoso libro “India Grows At Night: A Liberal Case for A Strong State” di Gurcharan Das, si dice che l’India cresce di notte proprio perché l’unico contributo del governo è quello, durante il giorno, di intralciare lo sviluppo economico e sociale del paese. A guardare bene, sembra che questa stia diventando una verità ricorrente un po’ in tutto il mondo.

In Europa, quello del Belgio è stato solo il più clamoroso tra i casi di assenza di governo per un lungo periodo (tra gli altri c’è da annoverare la Spagna). Ogni volta, incluso nell recente caso olandese, non solo il pil dei Paesi in questione non è diminuito, ma anzi è cresciuto senza scossoni. Spagna e Paesi Bassi hanno registrato inoltre performance superiori alla media europea. In queste settimane stiamo assistendo al fallimento delle trattative per formare un governo in Germania, due mesi dopo il voto, e anche stavolta  l’economia non ne sta risentendo.

Lontano dall’Europa, vicende di altri Paesi possono essere accostate a queste esperienze. Il caso del Brasile è interessante, perché in quattro anni non ha mai avuto un governo stabile o qualcosa che possa definirsi tale. La sequenza degi eventi è stata clamorosa: negli ultimi anni, l’indagine Lava Jato (sorta di Mani Pulite brasiliana) ha messo sotto inchiesta più di duecento parlamentari per corruzione e malversazioni; l’impeachment della di Dilma Rousseff, iniziato nel dicembre 2015, si è concluso con l’addio della presidenta, accusata di sottrazione di fondi pubblici; il suo successore Michel Temer è già indagato anche lui; lo Stato di Rio si è trovato nel post-Olimpiadi praticamente in bancarotta (persino il Presidente del Comitato Olimpico è stato arrestato per corruzione). Insomma il panorama della governance del Paese è totalmente devastato.

In un quadro simile meravigliano, però, i dati economici: il pil del 2017 manifesta una crescita a luglio dello 0,4%, con previsione allo 0,6% a fine anno e al 2,1% nel 2018. La produzione dell’agribusiness (agronegocio) ha delle performance eccezionali, con una crescita dell’11,5% nel primo trimestre del 2017 – e, come riporta l’economista brasiliano Ricardo Amorim, moltiplicato addirittura per quindici volte negli ultimi dieci anni. Tanto che si sta verificando, proprio grazie all’agribusiness, un’inversione del flusso migratorio dalle grandi città del Brasile (le quali necessiterebbero di investimenti a fronte delle scarse risorse ai disposizione dei governi locali) verso i centri dell’interno, che ora crescono a ritmi maggiori.

L’opportunità, infatti, è quella di incontrare la domanda proveniente da circa quattrocento milioni di cinesi che hanno innalzato il loro livello di vita, e sono alla ricerca di un’alimentazione più diversificata: l’agricoltura del Brasile ha le dimensioni giuste per offrirla. Alla domanda cinese si aggiunge quella dell’India, Paese che negli ultimi due anni è cresciuto più della Cina. Se queste due condizioni rimarranno stabili, in sostanza assicureranno all’agribusiness brasiliano, per i prossimi trent’anni, una crescita continua.

Più volte abbiamo sostenuto che la tecnologia, in particolare la rete, ha dilatato lo spazio della possibilità rispetto alla realtà. Tra le varie conseguenze, possiamo annoverare fenomeni di autorganizzazione che riguardano sia il mondo produttivo e l’economia che la sfera dello spazio pubblico e della cittadinanza. In tal modo si finisce per “disintermediare” i processi e le strutture di rappresentanza, riuscendo ad andare al cuore di alcuni problemi tentando di risolverli direttamente.

In India, la città di Gurgaon – con circa 170.000 abitanti, nei pressi di New Delhi – è proprio un esempio interessante di autorganizzazione, e inoltre è un caso concreto di come le persone possono generare sviluppo anche quando la politica non funziona. Nonostante la mancanza di servizi pubblici, l’estesa corruzione e l’inefficienza governativa, le aziende insieme ai cittadini si sono impegnate per affrontare i problemi della città: per sopperire all’assenza di acqua sono stati attivati dei pozzi privati; per garantire il trasporto pubblico sono stati messi a disposizione più di 100 bus e taxi privati; per combattere il crimine si sono create delle agenzie private di sicurezza. Aziende come Infosys e Wipro hanno messo a disposizione della città i loro generatori di energia. Il cambiamento ha portato Gurgaon a diventare uno dei distretti indiani in più rapida crescita economica.

Il Brasile, pur avendo problemi in parte diversi da quelli dell’India, vede lo sviluppo di fenomeni simili: le forze economiche imprenditoriali, di fronte all’inutile alternarsi dei governi e soprattutto di fronte alla crisi profonda del Paese, hanno deciso di non aspettare e si autorganizzano per raggiungere i propri obiettivi.