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WE: le ragioni di un’alleanza globale, conversazione di Marta Dassù con Emma Bonino

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Marta Dassù: Coma va Emma? Sei stata la prima ad essere ringraziata da Beppe Sala alla cerimonia di apertura del 1 maggio. Ne è passato di tempo da quando tu e Letizia Moratti parlavate, subito dopo la vittoria di Milano, era il 2008, di creare un’alleanza internazionale fra donne. Ma finalmente ci siamo.

Emma Bonino: Va come ti puoi immaginare. Comunque il 6 giugno, quando presenterò con Michelle Bachelet il programma di Women for Expo, sarò più in forma. Avrò finito le mie cure e i medici sono fiduciosi che la bestiaccia avrà ricevuto una bella mazzata. Vedremo: vivo l’esperienza di molti altri e tengo sempre a sottolineare che sono ancora io, non sono certo il mio tumore. Con Michelle Bachelet lanceremo l’Alleanza globale delle donne contro lo spreco alimentare. È un testo breve, che indica gli impegni che le donne – come cittadine, settore privato e governi – devono assumere insieme per fare in modo che un terzo del cibo prodotto non venga sprecato. Oggi lo spreco è enorme: più di un miliardo di tonnellate.

Marta Dassù: Lo spreco è tanto più grave perché stiamo entrando in una fase di scarsità relativa delle risorse agricole ed idriche. Cibo ed acqua sembrano destinate a diventare quello che oggi è il petrolio; risorse per cui si compete, con un peso crescente negli equilibri geopolitici. Basta guardare, per capirlo, ai fenomeni di “accaparramento” delle terre in Africa o al modo in cui si stanno muovendo i Fondi sovrani di Cina e paesi del Golfo sui mercati agricoli. Discuteremo anche di questo nelle due settimane di eventi internazionali organizzati da Women for Expo, dal 29 giugno al 10 luglio.

Emma Bonino: Sì, e soprattutto discuteremo di come potenziare le capacità delle donne in agricoltura. Oggi la situazione è la seguente: le donne hanno un peso molto rilevante nella produzione agricola ma in parecchi paesi africani ed asiatici – là dove si concentrano la maggior parte di quelle 800 milioni e più persone che soffrono ancora di fame – non hanno parità di diritti. Non hanno lo stesso accesso al credito o all’istruzione; e non hanno, in molti casi, il diritto alla proprietà della terra. La conclusione è molto semplice: aumentare i diritti delle donne, in agricoltura, è un passo decisivo per combattere fame e povertà. Diritti delle donne e aumento della sicurezza alimentare sono in effetti obiettivi strettamente connessi. Molto meno semplice è capire come abbattere le barriere – politiche, economiche, sociali, culturali – che continuano a penalizzare le donne; le settimane di WE serviranno anche a questo, attraverso lo scambio fra esperienze di un gran numero di paesi.

Marta Dassù: Parliamo un momento del dopo-Milano. Dal primo giorno di WE, tu hai guardato al futuro.

Emma Bonino: Certo, perché nel momento in cui costruiamo un’alleanza globale delle donne dobbiamo anche cercare di tenerla in vita; di farla valere su altri temi. Ci riusciremo. Sono fiduciosa che una delle eredità più importanti di Milano sarà proprio questa: tutte le future esposizioni universali dovranno avere una dimensione “donne”. Non perché sia politicamente corretto o stupidaggini del genere. Ma perché potenziare le capacità delle donne, in campi decisivi per il futuro di tutti noi, è un modo per compiere progressi. Il mio invito, fra l’altro, è di liberarci degli stereotipi, proprio a cominciare da Milano. Parlare di donne, nutrizione, salute, significa anche parlare di scienza e di progresso tecnologico. La soluzione dei problemi globali non verrà certo da posizioni iconoclaste nei confronti delle tecnologie, incluse chiusure ideologiche rispetto agli ogm. Le tecnologie saranno essenziali. Indietro non si torna, ed è ormai lontano il tempo in cui erano uomini la maggior parte degli imprenditori e degli scienziati. È una donna – visto che discuteremo anche di salute – la ricercatrice che ha scoperto un importante farmaco per combattere l’Alzheimer.

Marta Dassù: Pensi che anche le donne alla guida del potere politico, non solo le scienziate, saranno in grado di fare la differenza?

Emma Bonino: Ne sono meno certa…Nei prossimi anni avremo in ogni caso bisogno di politici radicali e generosi, non importa se uomini o donne, capaci di lavorare insieme, facendo prevalere una visione che tenga conto delle grandi sfide globali cui siamo di fronte. La cosa non è scontata neanche per le donne. Mi viene sempre in mente la frase ironica di Madeleine Albright, secondo cui “c’è un posto speciale all’inferno per le donne che non aiutano le altre donne”. Women for Expo sarà l’occasione per rompere anche questo tabù.

 

Questa conversazione è stata pubblicata sul quotidiano italiano La Stampa il 6 maggio 2015