Un visitatore extraterrestre ha scelto due importanti città per un breve tour sul nostro pianeta: Londra e Bruxelles. Ha così scoperto una vicenda complicata di nome Brexit.
A Londra gli hanno spiegato, con legittimo orgoglio, che la Gran Bretagna custodisce un sistema politico molto ammirato nel mondo: il modello Westminster, che comprende un Parlamento forte e una Costituzione flessibile e non scritta. Quando si è passato a discutere di questa Brexit, però, le cose si sono fatte assai più confuse: moltissimi britannici paiono davvero interessati a mantenere stretti rapporti con l’Unione Europea, di cui il loro Paese fa tuttora parte pur non avendo aderito ai nuclei più integrati – l’eurozona e l’accordo di Schengen sui confini. In sostanza, sembra di capire, i fautori dell’uscita dalla UE sono tra loro divisi sull’esito finale, cioè su cosa significhi davvero questa strana parola (che peraltro è assente dai vecchi dizionari terrestri non digitali consultati dal nostro ospite). Quasi volessero quello che avevano già quando il loro Paese era dentro la UE, ma restandone ora fuori.
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Il marziano ha imparato che al popolo sovrano, nel 2016, è stato chiesto in modo diretto se fosse d’accordo ad uscire dalla UE, e che una maggioranza si è allora espressa senza ambiguità. Visto però che non si è chiarito a quel punto in cosa consistesse Brexit – l’extraterrestre ha interloquito – non è il caso di chiederlo al popolo sovrano, ora che i termini sono più precisi? Su questo non ha avuto risposta; tanto i conservatori quanto i laburisti britannici gli sono sembrati imbarazzati.
Serbando più domande che risposte, il visitatore ha attraversato un piccolo tratto di mare per spostarsi a Bruxelles. Anche lì ha trovato molta confusione, e non soltanto su Brexit. Ha saputo che ci sarà un’importante elezione a fine maggio, quasi certamente senza la partecipazione dei britannici. Moltissimi europei sembrano comunque costernati e preoccupati dal divorzio in atto con la Gran Bretagna, ma nessuno è in grado di impedirlo. Ci sono numerosi problemi nell’Europa continentale che non miglioreranno a seguito di Brexit, e inoltre sembra a tutti un peccato perdere il popolo e il paese che ha inventato la democrazia parlamentare. Il clima insomma è un po’ depresso, e il marziano ha deciso di tornare a Bruxelles tra qualche mese nella speranza che le cose vadano meglio.
Nel frattempo andrà a Washington, D.C.; gli hanno raccontato che pure lì stanno accadendo eventi bizzarri (attorno a un’altra parola, “shutdown”). Spera così di capire qualcosa in più sulla specie umana e sull’attività sociale che noi chiamiamo politica.