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La sicurezza energetica europea e le priorità per la Presidenza italiana* – Aspen Energy Forum

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L’Europa deve costruire un’Unione dell’energia. Mettere in comune risorse-chiave che sono alla base della crescita economica era l’idea centrale su cui furono fondate le Comunità Europee. Questa idea rimane valida oggi quanto lo era negli anni ’50. Sono tre gli obiettivi essenziali a cui l’Italia può contribuire con la sua Presidenza: sicurezza, competitività, sostenibilità.

Va rafforzata, viste le crisi geopolitiche a Est e Sud, la sicurezza e diversificazione delle forniture. Il quadro attuale è caratterizzato da un paradosso di fondo: la situazione è di “sovra-capacità” ma le forniture energetiche della UE sono poco sicure e il costo dell’energia è in aumento. In altre parole, l’utilizzo delle risorse disponibili è tutt’altro che ottimale.

Una politica energetica efficiente è una componente essenziale del rilancio della crescita. Oggi è l’opposto: i costi dell’energia rendono meno competitiva la manifattura europea.

Qualunque misura ulteriore in tema di sostenibilità (clima/energia) non può eludere criteri di competitività.

Gli obiettivi di sicurezza energetica
A livello globale, stanno cambiando sia la domanda (progressivo spostamento del baricentro verso l’Asia) che l’offerta (impatto, fra l’altro, della “rivoluzione energetica” degli Stati Uniti). Nelle regioni che confinano con l’UE, l’instabilità è assai più intensa che in passato. Affidabilità delle forniture esterne e integrazione del mercato interno sono i due poli della sicurezza energetica europea. In particolare:

  • Compiere progressi sulla sicurezza energetica europea implica la capacità di definire una posizione comune verso tutti i fornitori esterni, a cominciare dalla Russia. Al tempo stesso, è necessario aumentare la diversificazione delle forniture.
    • Finora la UE ha concentrato le sue (limitate) risorse finanziarie sul sostegno a progetti infrastrutturali – i Progetti di Interesse Comune (PCIs). Una quota rilevante dei 248 PCIs è dedicata al trasporto e allo stoccaggio di gas: l’attuazione di tali progetti è fondamentale.
    • Oleodotti e gasdotti nel quadrante meridionale aumentano la sicurezza energetica dell’intero continente europeo. La crisi in corso con la Russia non deve influenzare negativamente i progetti già esistenti. È d’altra parte auspicabile – anche in chiave di diversificazione – sviluppare il corridoio meridionale dal Mar Caspio, il Corridoio Sud-Nord dall’Africa all’Europa e sviluppare le connessioni dal Mediterraneo orientale verso l’Europa (con le loro ramificazioni balcaniche). Il completamento dei progetti a Sud sarà essenziale, anche per collegare le nuove risorse nel Caspio e nel Mediterraneo orientale.
    • Le interconnessioni interne all’UE assumono grande importanza: nuove infrastrutture intra-UE potranno consentire l’utilizzo della capacità eccedente che resta attualmente inutilizzata, riducendo la dipendenza dalle importazioni esterne. Ugualmente importante – sull’asse Ovest-Est – il potenziamento della capacità di inversione dei flussi (reverse flows).
    • È necessaria la creazione di un sistema integrato di stoccaggio mediante l’armonizzazione delle regole nazionali, così da promuovere soluzioni “market based“. Il mix energetico europeo a livello aggregato è già molto più bilanciato di quello di qualunque singolo paese-membro – il che deve spingere al potenziamento delle interconnessioni.
  • Il ruolo strategico del gas naturale va pienamente riconosciuto. Per due ragioni essenziali: l’uscita graduale dall’energia nucleare di alcuni paesi-membri; il basso fattore di emissione di anidride carbonica (comparato a quello degli altri combustibili fossili). Garantire importazioni affidabili, regolari e diversificate di gas naturale – da cui l’UE continuerà ad essere fortemente dipendente (la stima è un aumento all’83% nel 2030, come conseguenza della diminuzione della produzione interna) – è una componente decisiva della sicurezza energetica europea.
  • Infine, nel contesto dei negoziati TTIP, l’energia potrà diventare un argomento chiave. I recenti sviluppi nel campo dello shale gas rendono il dibattito transatlantico ancora più asimmetrico che in passato, ma uno sforzo significativo della UE per formulare una politica energetica coerente sarebbe un passo importante verso un riequilibrio. In particolare, si dovrebbe puntare a una tariffa unica europea dell’energia per i settori “energivori”.


* Questo documento non impegna i partecipanti all’Aspen Energy Forum, ma è una sintesi a cura dell’Istituto. La versione integrale riflette le discussioni informali avvenute nel corso dei mesi scorsi con alcune delle maggiori aziende del settore associate ad Aspen. Naturalmente impegna solo il nostro Istituto.