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Il Presidente confuciano

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Obama confuciano? Almeno un po’, a giudicare dal discorso sullo Stato dell’Unione. Confuciano in due sensi: Obama ha da una parte indicato gli investimenti nell’educazione come una delle priorità per salvaguardare la competitività dell’America; e dall’altra ha parlato dei sistemi educativi di Shanghai e della Corea del Sud come standard da emulare. Il presidente degli Stati Uniti è entrato così in un dibattito che sta scuotendo l’America, o almeno le sue elites, da un paio di mesi: da quando l’OCSE ha pubblicato le sue famose graduatorie comparate sulla qualità degli studenti (e quindi dei sistemi educativi). Secondo il PISA Report di quest’anno (che fa riferimento a dati del 2009), gli studenti delle scuole secondarie di Shanghai e di Seul eccellono largamente rispetto agli studenti americani e a quelli europei. Per il mondo accademico, e per i media americani, è stato una specie di shock. In un dibattito alla Asia Society, Tom Friedman ha invitato a vedere nello stato del sistema educativo americano la questione cruciale della sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Mentre Nicholas Kristof, alla vigilia della visita di Hu Jintao negli Stati Uniti, ha scritto che la vera sfida cinese alla superiorità dell’America comincia e finisce con i vantaggi comparativi di un sistema formativo diverso da quello occidentale. Si è aggiunto, come se non bastasse, il pamphlet di Amy Chua, politologa sino-americana, sulla “superiorità” delle madri cinesi quanto a risultati educativi. Sul fronte pubblico (la scuola) e sul quello privato (la famiglia), la Cina e la Corea del Sud starebbero vincendo la guerra moderna, la guerra dei cervelli e dell’innovazione.

Yes, but. Ci sono almeno due “ma”. Il primo è che il sistema educativo cinese ha un gruppo molto rilevante di detrattori: i cinesi stessi, parte dei quali, ammette Kristof, considera il proprio sistema scolastico come troppo irrigimentato e troppo punitivo. Il secondo è che la rigidità di una educazione alla Amy Chua ha degli svantaggi, assieme a dei vantaggi; e fra gli svantaggi c’è sicuramente quello di mortificare la versatilità e la libertà di pensiero delle giovani generazioni, che sono stati ingredienti essenziali della superiorità della moderna cultura occidentale.

Resta un dato di fatto: la reverenza confuciana per il ruolo dello studio e della formazione ha moltissimo a che fare con i miracoli economici asiatici. Soprattutto, l’eccellenza delle scuole di Shanghai significa che la Cina fa sul serio, quando punta a diventare l’America del XXI secolo. Questa è la sfida a cui Obama vuole rispondere: la priorità all’education è un segno della crisi americana ma anche della volontà di reagire.