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Sicurezza nazionale: il modello unificato che l’Italia attende e la nuova proposta di legge

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L’Occidente, e con esso l’Italia, si trova a fronteggiare sfide geopolitiche, tecnologiche ed economiche sempre più complesse e interconnesse, che impongono alle classi dirigenti una profonda riflessione sull’efficacia dei propri sistemi di sicurezza nazionale, a garanzia della sovranità, dell’integrità e degli interessi nazionali.

“La sicurezza è il peggior nemico dei mortali”: con questa frase, Ecate ammonisce Macbeth nella celebre tragedia shakespeariana, mettendo in luce come un eccesso di fiducia nelle proprie capacità possa trasformarsi in una pericolosa debolezza. La sensazione di invulnerabilità, infatti, può indurre individui e nazioni ad abbassare la guardia, sottovalutando i pericoli e trascurando la preparazione necessaria ad affrontare le sfide future, nell’errata convinzione che la forza dimostrata in passato sia garanzia di successo anche nel presente e nel futuro. Questo monito risuona oggi con particolare urgenza in un contesto globale segnato da una crescente instabilità e da minacce difficilmente prevedibili.

Il 2024 ha ulteriormente accentuato la complessità e l’interdipendenza dello scenario geopolitico globale, configurandosi come un anno di crisi e trasformazioni. Il conflitto tra Russia e Ucraina persiste, destabilizzando l’Europa e ridisegnando i flussi energetici, spingendo i Paesi europei a diversificare rapidamente le forniture e ad accelerare l’adozione di tecnologie pulite. Parallelamente, le tensioni tra Stati Uniti e Cina si sono intensificate, con un “disaccoppiamento” selettivo sul fronte tecnologico e commerciale che minaccia di polarizzare l’economia mondiale. La crisi climatica, amplificata da eventi estremi e scarsità idrica, ha aggravato l’insicurezza alimentare in regioni vulnerabili, innescando nuove tensioni migratorie e sociali.  In questo contesto, la minaccia della cyber warfare si è fatta più concreta: attacchi mirati alle infrastrutture critiche e ai settori strategici hanno messo in luce fragilità economiche e tecnologiche. Sul piano economico, il ritorno del protezionismo ha complicato ulteriormente le catene di approvvigionamento globali, già provate da anni di crisi.  Il 2024 sottolinea, dunque, l’urgenza di risposte integrate e multidimensionali.

L’Italia, in questo scenario, ha l’urgenza di superare la frammentazione delle proprie politiche di sicurezza, adottando una Strategia di Sicurezza Nazionale unitaria e integrata, in grado di rispondere con prontezza e lungimiranza alle sfide di un mondo in continua trasformazione. La proposta di legge 2117, presentata dal deputato Guerini (attualmente presidente del Copasir, il Comitato Parlamentare per la Sicurezza delle Repubblica, composta da 5 Deputati e 5 Senatori), rappresenta un passo significativo in questa direzione.

 

L’evoluzione normativa della sicurezza nazionale italiana

Per adeguare la pianificazione strategica italiana alle sfide contemporanee, è fondamentale accennare all’evoluzione del quadro normativo nazionale in materia di sicurezza. Questo processo di modernizzazione, avviato negli anni ’70, ha attraversato diverse fasi, culminando nella riforma del 2007, che ha profondamente ridisegnato l’architettura dell’intelligence italiana. Come illustrato da Alfonso Montagnese e Claudio Neri nel saggio “Il Sistema Intelligence: L’evoluzione della sicurezza nazionale italiana“, il sistema italiano ha saputo adattarsi alle esigenze di un contesto internazionale in continua trasformazione.

La Legge 801/77 ha avviato un processo di accentramento delle funzioni di governo dell’intelligence, ma la vera svolta è arrivata con la riforma del 2007 e l’introduzione del Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica (SISR). Il SISR è una struttura articolata su tre livelli: politico-amministrativo (Presidente del Consiglio – PdC, Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica – CISR e Autorità delegata – AD), di coordinamento e supporto strategico (Dipartimento delle informazioni per la sicurezza – DIS e CISR “tecnico”) e operativo (Agenzia informazioni e sicurezza esterna – AISE e Agenzia informazioni e sicurezza interna – AISI).

La riforma del 2007 ha trasformato il CISR (prima denominato CISS e con compiti consultivi) in un “gabinetto per la sicurezza nazionale” con poteri decisionali in materia di finanziamenti, nomine e coordinamento tra i servizi di sicurezza. Il CISR elabora gli indirizzi generali e gli obiettivi della politica di informazione per la sicurezza nazionale. Nel 2012, è stato istituzionalizzato il CISR “tecnico”, un tavolo tecnico che opera presso il DIS con compiti di istruttoria, approfondimento e valutazione.

Tra le novità introdotte dalla riforma del 2007, spicca la figura dell’Autorità Delegata (AD), un organo con poteri amministrativi e politici essenziali per l’efficienza del sistema di intelligence, la cui designazione rimane comunque a discrezione del Presidente del Consiglio. Questa mancanza di una istituzionalizzazione stabile e di una reale autonomia dell’AD rappresenta un punto debole del sistema. Il DIS svolge un ruolo cruciale nel garantire il collegamento tra il livello politico e quello esecutivo, promuovendo un approccio di “sicurezza partecipata”. Il DIS funge da “anello di congiunzione” tra gli apparati operativi e l’autorità di governo.

Infine, il Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica (COPASIR) svolge un ruolo fondamentale di controllo e vigilanza sull’operato degli apparati di sicurezza. Pur non essendo parte integrante del SISR, il COPASIR rappresenta un importante “punto di contatto” tra Governo e Parlamento, contribuendo a rafforzare la responsabilità e la trasparenza delle attività di intelligence.

 

L’esperienza dei Paesi G7

L’esperienza internazionale offre spunti preziosi per inquadrare lo sforzo legislativo in atto in Italia. In particolare, i modelli adottati da alcuni Paesi membri del G7 – in particolare Regno Unito, Francia, Stati Uniti e Giappone – forniscono indicazioni utili per la creazione di un sistema di coordinamento della sicurezza nazionale solido e integrato.

Il Regno Unito, ad esempio, ha istituito un National Security Council (NSC) con l’obiettivo di coordinare le politiche di sicurezza tra i vari ministeri e agenzie governative. Presieduto dal Primo Ministro, l’NSC si avvale del Joint Intelligence Committee (JIC) per coordinare le attività di intelligence. Questo modello, pur garantendo una risposta rapida alle crisi, può risultare eccessivamente reattivo, privilegiando la reazione immediata alle minacce rispetto alla definizione di obiettivi strategici a lungo termine. A tal proposito, la Integrated Review Refresh (2023) evidenzia il crescente impatto di minacce ibride, economiche e militari, concentrandosi sulla modernizzazione della difesa e sulla sicurezza nazionale. È in fase di sviluppo una nuova versione del documento, la Strategic Defence Review, la cui pubblicazione è prevista per la prima metà del 2025. Nel sistema britannico, il Consigliere per la Sicurezza Nazionale svolge un ruolo simile a quello di un’Autorità delegata, coordinando le attività di intelligence e fornendo consulenza al Primo Ministro su questioni di sicurezza nazionale.

Anche la Francia ha istituito un organismo di coordinamento della sicurezza nazionale, il Conseil de la Défense et de la Sécurité Nationale (CDSN), presieduto dal Presidente della Repubblica. Il CDSN definisce le strategie di sicurezza nazionale, supervisiona l’allocazione delle risorse e promuove la trasparenza e la responsabilità nelle decisioni. La Revue Nationale Stratégique (2022) pone l’accento sul raggiungimento dell’autonomia strategica (con particolare attenzione alla deterrenza nucleare) e sulla resilienza economica e industriale per garantire la sicurezza nazionale all’interno dell’alleanza euro-atlantica. In Francia, il Coordonnateur national du renseignement svolge un ruolo paragonabile a quello di un’Autorità delegata, sovraintendendo all’implementazione della strategia di intelligence e coordinando le attività delle agenzie.

Negli Stati Uniti, l’organismo preposto alla sicurezza nazionale è il National Security Council (NSC), un organo permanente che assiste il Presidente nelle decisioni in questo ambito, e che riporta direttamente al Capo dell’Esecutivo. Composto da membri politici e tecnici, l’NSC garantisce un monitoraggio costante delle minacce e una risposta tempestiva alle crisi. La National Security Strategy (2022) delinea l’impegno degli Stati Uniti a promuovere un mondo libero, aperto, sicuro e prospero, affrontando sfide come la competizione con Cina e Russia, il cambiamento climatico e le pandemie. La National Intelligence Strategy (2023) ribadisce il ruolo di potenza revisionista della Cina e descrive la Russia come una minaccia per la sicurezza europea. Il Consigliere per la Sicurezza Nazionale svolge un ruolo chiave nel coordinamento delle politiche di sicurezza e nella gestione delle crisi.

Infine, il Giappone ha istituito un Consiglio di Sicurezza Nazionale per rafforzare le capacità difensive e coordinare le politiche di sicurezza nazionale, consentendo al governo di affrontare in modo più efficace le tensioni regionali. La National Security Strategy (2022) ridefinisce il ruolo del Giappone nel contesto geopolitico, rafforzando le capacità difensive per contrastare le tensioni regionali, specie con Cina, Russia e Corea del Nord. L’alleanza con gli USA e l’investimento in nuove tecnologie sono centrali nella proiezione strategica del Paese. Il Segretario Generale del Consiglio di Sicurezza Nazionale svolge funzioni di coordinamento e supporto al Primo Ministro su questioni di sicurezza nazionale.

 

La Proposta di Legge Guerini: una “bussola” per la sicurezza nazionale

“In definitiva, occorre poter disporre di una «bussola» capace di orientare le politiche di sicurezza della Repubblica. Se è vero che ogni Stato dispone, almeno in forma implicita, di una propria strategia di sicurezza nazionale, renderla esplicita attraverso l’adozione di documenti ufficiali consentirebbe l’emersione della dimensione strategica e, in definitiva, del collegamento tra gli obiettivi politici e i mezzi a disposizione.”

Questa citazione dalla proposta di legge Guerini ben sintetizza l’ambizioso obiettivo di ammodernare e rafforzare il sistema di sicurezza nazionale italiano. La proposta interviene sulla legge 124/2007, introducendo importanti novità per affrontare le complesse minacce del XXI secolo.

Innanzitutto, introduce l’obbligo per il Presidente del Consiglio di designare l’Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica. Questa figura, incaricata di garantire un coordinamento stabile e dedicato alle politiche di sicurezza, avrà funzioni di raccordo trasversale per l’elaborazione della strategia e la gestione delle crisi. Si tratta di un passo importante per assicurare continuità operativa e una visione di lungo periodo, superando le fragilità di un sistema finora eccessivamente dipendente dai mutevoli equilibri politici.

In secondo luogo, la proposta di legge definisce la strategia di sicurezza nazionale, introducendo il nuovo capo III-bis nella legge 124/2007. Si prevede una strategia triennale, adottata dal Presidente del Consiglio dei ministri con decreto, su proposta del Consiglio per la sicurezza nazionale e previo parere del COPASIR. La strategia si fonderà su un approccio di sicurezza integrata e trasversale, definendo con chiarezza gli interessi strategici della Repubblica, gli obiettivi di politica estera, le minacce alla sicurezza nazionale, le attività di prevenzione e gli indirizzi per la protezione delle infrastrutture critiche. L’Autorità delegata sarà responsabile per l’attuazione della strategia e riferirà periodicamente al Presidente del Consiglio.

Infine, la proposta di legge istituisce il Consiglio per la sicurezza nazionale presso la Presidenza del Consiglio dei ministri. Questo Consiglio avrà una composizione ristretta, che include il Presidente del Consiglio, l’Autorità delegata, alcuni Ministri e alte cariche militari, ma potrà essere integrato con la partecipazione di altre autorità. Al Consiglio spetterà formulare proposte al Presidente del Consiglio sull’integrazione delle politiche di sicurezza, esprimere avviso su questioni di sicurezza nazionale ed elaborare la proposta di strategia.

La proposta di legge Guerini rappresenta un’opportunità per dotare l’Italia di un sistema di sicurezza nazionale più robusto e in linea con le sfide contemporanee. La stabilizzazione del ruolo dell’Autorità delegata garantirà continuità operativa e una visione di lungo periodo, in linea con il modello statunitense. L’introduzione di una Strategia di Sicurezza Nazionale triennale guiderà l’azione governativa, identificando gli interessi strategici e definendo gli obiettivi di politica estera. L’intelligence, pur essendo un pilastro fondamentale, sarà solo uno degli elementi di un approccio integrato e multidimensionale.

Nonostante i suoi punti di forza, la proposta di legge Guerini costituisce un punto di partenza che richiede ulteriori approfondimenti per essere pienamente attuata. Come ha dichiarato lo stesso Guerini in un suo recente articolo su “Formiche“, “Si tratta di una proposta di legge chiaramente aperta alla discussione e ai possibili miglioramenti”.

Tra i temi che andranno esaminati con attenzione vi è certamente il rapporto tra il futuro Consiglio di Sicurezza Nazionale e l’attuale CISR, al fine di evitare duplicazioni e garantire un’efficace divisione delle competenze. Occorre anche approfondire la discussione sulla composizione e sul funzionamento del Consiglio di Sicurezza Nazionale, garantendo un equilibrio tra efficienza e rappresentatività. È fondamentale prevedere meccanismi di controllo e valutazione della strategia, per verificarne l’efficacia e apportare eventuali correzioni in corso d’opera. Infine, è opportuno rafforzare il ruolo del Parlamento nel processo di definizione e attuazione della strategia. Tutto ciò è necessario affinché la strategia non risulti “lettera morta” e sia ispirata a un vero “whole of government approach“.

La proposta di legge Guerini, con la sua ambiziosa visione di un sistema di sicurezza nazionale più moderno, integrato e efficace, può davvero rappresentare un passo importante per l’Italia. L’ approccio integrato, informato dalle migliori best practices internazionali, prepara all’Italia di affrontare le sfide globali in modo integrato e proattivo, migliorando la resilienza del Paese di fronte a minacce sempre più complesse e interconnesse.

Tuttavia, affinché la proposta di legge possa realmente tradursi in un miglioramento concreto della sicurezza nazionale, è essenziale che il dibattito prosegua, affrontando le criticità ancora aperte e garantendo un ampio coinvolgimento di tutte le forze politiche e della società civile.

La vera sicurezza, infatti, non risiede nell’illusione di una protezione assoluta, ma nella preparazione, nella resilienza e nella capacità di adattarsi e rispondere alle sfide future. Come ammoniva Ecate in Macbeth, un’eccessiva sicurezza può trasformarsi nel peggior nemico: dopo decenni di pace e stabilità vissuti dall’Italia dal secondo dopoguerra, il rischio è quello di adagiarsi su un senso di invulnerabilità. In questo momento cruciale della nostra storia, l’Italia ha l’opportunità di dimostrare, come affermato dal Presidente Mattarella, che “l’Italia sa badare a sé stessa”, adottando un sistema di sicurezza nazionale unificato e visionario, capace di proteggere il nostro futuro e di rafforzare la nostra voce sulla scena internazionale.